sabato 31 marzo 2012

I PROTAGONISTI

Edmond Joyeusaz 
Vive a Courmayeur ai piedi del Monte Bianco. Maestro e Allenatore Federale di sci alpino da oltre 30 anni, è Guida presso la Società Guide Alpine di Courmayeur che, fondata nel 1850, è la seconda al mondo per anzianità e tradizione.
Ex azzurro di sci, vincitore della coppa Italia nel 1984, per anni tra i mi-gliori sciatori Italiani, Campione del mondo di sci delle guide alpine nel 1999.
 Dal 1992 è protagonista e organizzatore di spedizioni alpinistiche in Himalaya e Karakorum (Everest, K2, Cho Oyu). Dallo Shisha Pangma (8.047 m) ha effettuato la prima discesa assoluta con gli sci dalla vetta. Inoltre è stato il primo a sciare sulle pendici del K2. Nellʼautunno 2010 è tornato allʼEverest, parete nord (Tibet); ha tentato di realizzare la prima discesa con gli sci del temutissimo Hornbein Coiloir, il tutto naturalmente in stile alpino. Per le pessime condizione della montagna lʼimpresa non è riuscita, ma ha comunque potuto salire e ridiscendere con gli sci una montagna vergine di 6.535 m ribattezzata “La Vallée Peak”.
In Italia allena squadre federali di sci alpino e accom- pagna gli alpinisti sulle grandi classiche delle alpi. Da anni è anche un grande appassionato di volo. Negli anni ʻ80 è stato un pioniere del parapendio con cui ha effettuato numerosi exploit, tra questi il 1° volo in tanden dalle Grandes Joras- ses 4.208 m. Ultimamente si dedica alla nuova specialità dello Speed Riding che gli permette di ridiscendere velocemente dalle cime. Con lʼultralight Baroudeur ha permesso ai turisti di scoprire e ammirare le bellezze del Monte Bianco.
Dal 1992 è anche pilota di aliante.

Francesco Civra Dano
Classe 1980, nato a Biella, vive da anni a Courmayeur dove lavora come Guida Alpina coltivando così la sua passione per la montagna. Estroverso, solare e determinato, si impegna al massimo per raggiungere gli obiettivi prefissati. Ex ginnasta, si muove con grande eleganza e scioltezza su difficoltà estreme ed è uno dei giovani più dotati e tecnicamente più completi nel pa- norama alpinistico italiano. In pochi anni ha acquisito una vastissima esperienza, che spazia dalle grandi pareti nord delle Alpi alle discese di sci estremo. Nellʼautunno 2010 con Edmond Joyeusaz è stato allʼEverest, parete nord (Tibet) per la prima discesa con gli sci del temutissimo Hornbein Coiloir. Ha realizzato la prima salita e discesa con gli sci di una montagna vergine di 6.535 m ribattezzata “La Vallée Peak”, inoltre ha rea- lizzato la salita e la discesa in solitaria di una montagna senza nome di 6.910 metri che si trova tra il Changtse (7.583 m) e lo Chanzheng Peak (6.997 m).
Altri exploit di sci ripido:
• Monte Bianco: Parete Ovest, Prima ripetizione (De Benedetti) Via Greloz-Roch
• Monte Bianco: Parete Est, Sperone della Brenva
• Aiguille Blanche: Prima Ripetizione discesa (De Benedetti) Via Grivel-Chabod
• Dames Anglaises: Prima ripetizione discesa Neuenschwander
• Mont Blanc du Tacul: Couloir Jager, Gervasutti, Diable, Des Aiguillettes, Col du Diable Est&Sud • Mont Maudit: Prima discesa del Couloir Ander-
son, Couloir Bonnenfant • Les Droites: Parete sud/Ovest, Col des Droites • Aiguille Chardonnet: Parete Ovest Couloir a «S» • Les Courtes: Parete Nord Est • Aiguille Chevalier: Couloir Nord-Est • Puente Verte. Couloir Chevalier • Tour Ronde: Parete Nord (integrale senza
doppia), Couloir Gervasutti • Gran Paradiso: Parete Nord • Punta Zumsteim: Parete Est Canalone Marinelli

La Storia dello sci estremo



Lo Sci Estremo

Nei primi anni ʻ70, sulla catena del Monte Bianco ebbe inizio la straordinaria avventura di alcuni alpinisti–sciatori estremi di eccezionale coraggio. Fino ad allora, nessuno aveva osato avventurarsi su terreni con pendenze simili, sfidando il vuoto con discese al limite dellʼimpossibile. I francesi Anselme Baud, Patrick Vallencent, Silavain Saudand, Jean Marc Boivin e lʼitaliano Stefano de Benedetti, scrissero pagine memorabili di sci estremo che ancora oggi rappresentano il riferimento per i pochi sciatori del ripido che ne seguono affascinati le orme. A differenza di tante altre attività sportive dove i limiti sono superati di continuo con il progresso tecnico nello sci estremo furono stabiliti già allora ed ancora oggi resistono. Mentre nellʼalpinismo, gli scalatori progrediscono in cordata, assicurati tra di loro e ancorati alla parete che garantisce una certa sicurezza, per gli sciatori del ripido non è possibile proteggersi da eventuali cadute. Lo sci estremo è unʼattività riservata a pochi eletti, con capacità tecniche e di valutazione dellʼambiente sopraffine, unitamente a nervi saldi e doti non comuni nel gestire le ansie che inevitabilmente accompagnano le discese più audaci.Diversi sport sono etichettati come attività estreme ma, spesso a sproposito. Lo sci ripido rappresenta invece la vera essenza dellʼestremo, poche altre attività possono procurare scariche di adrenalina simili e nello stesso tempo garantire incommensurabili gratificazioni.



Les Dames Anglaises
Sulla catena del Monte Bianco, fra LʼAiguille Blanche e lʼAiguille Noire di Peuterey si eleva una serie di cinque ardite guglie. Allineate sulla cresta di Peteurey, la prima che si distingue verso nord è LʼIsolée. Seguono Casati, Castelnuovo la più alta (3.610 m), Jolanda e la Cretier, anchʼessa da sola sullo spigolo che scende verso il ghiacciaio della Brenva. Anticamente erano chiamate “Les Demoiselles Anglaises”, probabilmente la loro forma slanciata ne aveva suggerito il nome.
Rimasero a lungo “zitelle”, forse per la loro notevole verticalità che incuteva un certo timore, forse perché i nostri vecchi erano interessati a vette più alte ed importanti, furono a lungo ignorate dalle Guide Alpine di allora. Solo nel 1901 Luigi Amedeo di Savoia Duca degli Abruzzi con le guide di Courmayeur Laurent Croux e Ciprien Savoye riuscì a conquistare la punta più meridionale e la chiamò ”Punta Jolanda”, in onore della principessa Jolanda di Savoia. Le altre cime furono conquistate negli anni successivi; 1902 la Casati, Castelnuovo 1907, lʼ Isolée 1912 e la Cretier nel 1928. Le cinque guglie sono separate a nord tra il Picco Guglielmina e LʼIsolée, dalla Brèches nord che solca entrambi i versanti della montagna formando enormi canaloni che scendono rispettivamente ad ovest sul ghiaccio del Freney e ad est verso la Brenva.
A sud invece, la Brèche omonima, separa la punta Jolanda dallʼimponente Aiguille Noire de Peuterey. Il canalone ad ovest solca la montagna per 300 metri di dislivello verso il ghiacciaio del Freney. Sul versante Brenva un formidabile canalone, affluente del ghiacciaio sospeso della parete nord dellʼAiguille Noire precipita per circa 700 metri di dislivello.
La discesa con gli sci del canale non è mai stata tentata essendo molto impervio, ripido e poco accessibile rispetto al canalone che porta alla Brèche nord, abituale via di accesso al Bivacco Craveri e alla cresta di Peuterey.

L'Itinerario

"La salita sarà effettuata con partenza dal rifugio Torino, raggiunta la cima della Tour Ronde scenderemo con gli sci e attraverseremo il ghiacciaio della Brenva per imboccare il canalone. Saranno necessarie almeno quattro ore per risalire i 700 metri di dislivello e raggiungere il colle della Brèche sud.
La salita avverrà sulla stessa via che utilizzeremo per la discesa in modo da reperire i passaggi rocciosi e ghiacciati per una discesa con gli sci in maggiore sicurezza."